06 Nov
E SE FINISSERO LE COMBINAZIONI MUSICALI?  #2


La struttura musicale e la scala cromatica occidentale


La musica occidentale si basa su una struttura armonica e melodica precisa, organizzata attorno a un sistema tonale che prevede l’uso della scala cromatica. Questo sistema suddivide l'ottava in 12 semitoni equidistanti, dando origine a una serie finita di combinazioni di note e accordi. La scala cromatica è alla base della maggior parte della musica classica, del jazz, del pop e di altri generi diffusi in Occidente. Tuttavia, per quanto vasta possa sembrare, essa pone limiti precisi alle combinazioni possibili, rendendo inevitabile il rischio di ripetizioni e sovrapposizioni.
La scala cromatica rappresenta la base da cui si derivano le scale diatoniche (come maggiore e minore) e altre varianti. Mentre la scala cromatica include tutti i semitoni disponibili in un’ottava, le scale diatoniche riducono la scelta a 7 note per ogni ottava, introducendo il concetto di tonalità e tensione tra le note, elementi fondamentali per generare armonia e melodie percepite come “piacevoli” nell’orecchio occidentale.


Il concetto di ottava e il ciclo delle quinte


Un principio essenziale nella teoria musicale è l’ottava, una distanza tra due note che risuonano simili pur avendo frequenze diverse. Ad esempio, una nota Do suonata in un’ottava superiore vibra a una frequenza doppia rispetto alla stessa nota in un’ottava inferiore. Questa simmetria, scoperta già dai Pitagorici, è alla base del sistema di accordatura temperato. Attraverso un rapporto fisso tra le frequenze, si crea una sequenza continua in cui ogni ottava è suddivisa in dodici semitoni, disposti a intervalli uguali. Questo sistema permette di passare facilmente da una tonalità all'altra, garantendo l'universalità di tutte le tonalità all'interno del sistema musicale occidentale.
Un altro concetto fondamentale è il ciclo delle quinte, una disposizione delle 12 note cromatiche in una sequenza tale che ogni nota sia separata dalla successiva da un intervallo di una quinta (ad esempio, Do-Sol-Re-La-Mi, ecc.). Questo ciclo descrive come le tonalità siano collegate e permette di comprendere meglio le modulazioni tonali e le relazioni armoniche, essenziali per la composizione.


Scale diatoniche e pentatoniche


Oltre alla scala cromatica, la musica occidentale utilizza varie scale derivanti da essa, ognuna con una specifica struttura intervallare. La più diffusa è la scala diatonica, composta da 7 note su 12. Questa riduzione è alla base delle modalità maggiore e minore, che danno origine a una serie di progressioni armoniche comunemente utilizzate in vari generi musicali.
La scala maggiore è caratterizzata da una sequenza di intervalli regolari, percepiti come allegri o luminosi. La scala minore, invece, ha una qualità più malinconica e drammatica, dovuta alla posizione degli intervalli. Questi elementi sono fondamentali per la costruzione dell'armonia e dell’atmosfera emotiva in un brano. La musica pop, rock, jazz e classica si basa molto su queste scale, che sono diventate la base della formazione musicale occidentale.
Un’altra scala importante è la pentatonica, composta da 5 note per ottava, che offre una sonorità meno tensionata e molto usata nella musica folk, blues e rock. La semplicità di questa scala la rende adattabile e di facile comprensione, motivo per cui è ampiamente utilizzata anche nella musica non occidentale.


Le limitazioni del sistema cromatico


Per quanto la scala cromatica sia versatile, il numero di combinazioni musicalmente “utilizzabili” è comunque limitato. L’uso delle 12 note può generare milioni di combinazioni teoriche, ma molte di queste non risultano armoniose, specialmente in un sistema come quello occidentale, dove le regole dell’armonia impongono limitazioni precise. In particolare, la musica occidentale tende a prediligere combinazioni consonanti (che danno una sensazione di stabilità e completezza) rispetto a quelle dissonanti, riducendo ulteriormente le possibilità di combinazione realmente apprezzabili.
Questa riduzione delle combinazioni effettive è dovuta anche al fatto che le scale diatoniche e pentatoniche selezionano soltanto alcune note della scala cromatica per mantenere una coerenza armonica. Questo porta a una situazione in cui le stesse progressioni armoniche, come il giro di Do (I-V-vi-IV), diventano predominanti. Questo fenomeno contribuisce alla percezione di “ripetitività” della musica contemporanea e alla sensazione di aver “già sentito” molte melodie, anche se composte da autori diversi.


L'esplorazione di microtoni e sistemi musicali alternativi


Per cercare di superare i limiti imposti dal sistema temperato, alcuni compositori e generi musicali hanno iniziato a esplorare sistemi di intonazione alternativi, come l’uso dei microtoni. I microtoni sono intervalli più piccoli del semitono, che permettono di ottenere una gamma molto più ampia di note e sfumature melodiche rispetto a quelle consentite dalla scala cromatica. Questa tecnica è particolarmente diffusa nella musica indiana, araba e in alcuni movimenti d’avanguardia occidentali, dove si cerca di esplorare sonorità nuove e non convenzionali.
L’uso di microtoni rappresenta una sfida per la musica occidentale, dove la tradizione del sistema temperato ha ormai imposto un’intonazione standardizzata. Tuttavia, con l’avvento delle tecnologie digitali, molti musicisti sono in grado di sperimentare con nuove intonazioni, aprendo le porte a nuove combinazioni melodiche e armoniche. Questa pratica viene definita musica microtonale e consente di creare armonie più complesse e sfumate, che si discostano dalle strutture tradizionali.


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In sintesi, la struttura musicale occidentale e la scala cromatica forniscono una base solida ma finita per la creazione di brani, con una quantità elevata ma non infinita di combinazioni possibili. Le limitazioni imposte dalla scala cromatica hanno portato molti musicisti a esplorare sonorità nuove attraverso sistemi alternativi, come i microtoni, e a cercare innovazioni all'interno dei limiti del sistema tonale.

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